da “La Voce del Popolo” di Fiume
di Rossana Poletti
Antonio Alessandri ha proposto al pubblico presente alle premiazioni del Concorso internazionale un brano di Rachmaninov
Si è tenuto nei giorni scorsi il 26.esimo concorso per il Premio pianistico internazionale “Stefano Marizza” al Conservatorio “Tartini” di Trieste. Tra i quindici partecipanti è risultato vincitore un giovanissimo Antonio Alessandri che ha proposto al pubblico presente alle premiazioni l’Etudes-Tableaux op.33 di Rachmaninov, in otto quadri, “evocazioni musicali di stimoli visivi esterni” come affermava il compositore. Rachmaninov non volle svelare che cosa effettivamente avesse ispirato ognuno di essi, affermando: “Non credo nell’artista che svela troppo le sue immagini. Che sia l’ascoltatore a raffigurarseli secondo ciò che più gli appare”. Il pianista ha eseguito la composizione con una qualità interpretativa straordinaria vista l’età, solo sedici anni. Alla fine della serata abbiamo scoperto che Antonio è il pronipote di un fiumano famoso. Il suo bisnonno era infatti Arturo Dalmartello, che alla fine della guerra si era rifugiato a Milano con la moglie Wanda Derni, dove ebbe un figlio e dove la famiglia tuttora vive ricordando l’antenato illustre. Dalmartello era stato ordinario di diritto commerciale alla Cattolica di Milano e presidente del Club alpino fiumano, la cui attività alpinistica ha lasciato tracce significative nella Guida dei Monti d’Italia, specie delle Dolomiti, dove contribuì alla costruzione del Rifugio “Città di Fiume” sul monte Pelmo.
Tornando al concorso pianistico, Antonio Alessandri è stato premiato dalla giuria, presieduta da Massimo Gon, per “l’eccezionale maturità e consapevolezza dimostrate dal punto di vista musicale e strumentale”. Figlio d’arte, anche il nonno è un musicista, ha già ricevuto numerosi premi che preannunciano una carriera sicuramente fortunata.
Nel relazionare sull’andamento del concorso, Gon ha voluto ricordare la figura di Stefano Marizza, un ricordo indelebile anche dopo 27 anni. Con Alessandri sono arrivate in finale due giovani donne: la giapponese Wakana Marlene Tanaka e la russa Ekaterina Bonyushkina. Ad entrambe è stato assegnato il terzo premio ex-equo, la prima per l’eleganza e l’equilibrio delle sue esecuzioni a dimostrazione della sua maturità interpretativa e alla seconda per lo slancio virtuosistico dimostrato, accompagnato da momenti di grande poesia.
Oggi il concorso è sostenuto, come ha ricordato in apertura Susanna Isernia, testimone di tutte le sue edizioni, dal Conservatorio “Tartini”, presente il suo direttore Torlontano, dalla famiglia Marizza, dal Cav. Alessandro Rossit e dalla scrittrice Marina Petronio.