FIUME – È stato (quasi tutto) all’insegna delle accese turbolenze e del virtuosismo postromantico il brillante recital di Andrey Stukalov, il giovane pianista russo vincitore del XV Premio Pianistico Internazionale “Stefano Marizza”. Il concorso – dedicato al giovane pianista triestino Stefano Marizza, venuto prematuramente a mancare – si realizza con il sostegno dell’Università Popolare di Trieste in collaborazione con il Conservatorio di Trieste e con la famiglia Marizza ed adempie ad una nobile quanto utile azione di scoperta e lancio di giovani talentuosi provenienti in particolare dall’area dell’Europa centrale e orientale, conferendo rinnovato impulso e slancio all’ardua arte pianistica.
Da quanto udito mercoledì sera nell’afoso Salone delle Feste della Comunità degli Italiani, anche il concerto del venticinquenne Stukalov si pone sulla scia degli eventi musicali – dovuti al Premio “Marizza” – che si impongono per l’importante dispiego di giovani energie, di alta scuola pianistica e cultura musicale, per la generosa e sentita comunicazione, e quindi sono inevitabilmente destinati a lasciare il segno in quanti li seguono e colgono il loro valore.
L’esigente programma ha preso avvio con la brillante e filigranata Sonata in Mi bem.magg. Hob. XVI: 52 di J. Haydn, con la quale fin da subito Stukalov si è messo in luce per l’autorevolezza e l’energia del tocco, la precisa rifinitura strutturale e musicale, il dominio tecnico e la plasticità del fraseggio. Il valzer “Vino, donne e canto” di Johann Strauss nell’acrobatica trasposizione pianistica di Leopold Godowsky, – uno dei grandi virtuosi della prima metà del Novecento che si esibì pure a Fiume con la Società di Concerti – è stato il secondo brano del programma con il quale Stukalov ha avuto modo di sfoggiare tutto il rutilante e pirotecnico repertorio di procedimenti tecnici, a corollario dei celebri temi straussiani portati dall’interprete con garbo e contenuto charme. Quindi il Rachmaninoff più noto con l’Etude-tableau op. 39 n. 5 eseguita nella sua ampia gestualità melodica con impetuosità e intenso vigore sonoro, mentre nel “Momento musicale” op. 16 n.1 (composizione “ibrida” perché contiene elementi del notturno e del genere delle variazioni) sono emersi il “legato” e la plasticità del fraseggio valorizzato da dosata e intimistica partecipazione.
Il completo controllo della complessiva e complessa situazione tecnico-musicale-sonora è stato ribadito da Stukalov nella grande Sonata op. 36 n. 2. di Rachmaninov. Pulsante, turgida, frastagliata, questa composizione è stata delineata dal pianista con coerenza entro una narrazione coesa ed organica e caratterizzata nella sua materia tematica in maniera pregnante. Intenso il secondo movimento, i cui tanti episodi sono stati finemente cesellati nella loro sorprendente varietà. L’arduo e ribollente terzo movimento, traboccante di tematiche permutazioni, è scivolato con concitata urgenza sorretta constantemente da un’altissima tensione interiore. Davvero ammirevole. E come pezzo fuori programma ancora uno Strauss-Godowsky, molto rilassato e spumeggiante.
Il giovane artista è stato accolto dal benvenuto della presidente della CI Agnese Superina e di Susanna Isernia, a nome dell’UPT. Calorosi e prolungati gli applausi dell’attento pubblico.Andrey Stukalov (Krasnoyark 1987) ha studiato al Conservatorio di Stato di Mosca con S. Dorensky. Tra i diversi premi ottenuti in ambito internazionale rileviamo il II premio alla VII competizione internazionale “Sigismond Thalberg” di Napoli e il II premio alla competizione “Delia Steinberg” di Madrid.
Patrizia Venucci Merdžo