Un ospite d’eccezione alla ventesima edizione dell’Ex Tempore di Grisignana. Sarà infatti Tullio De Piscopo, domenica alle 16, a salire sul palco della manifestazione che, dal 26 al 29 settembre, animerà l’antico borgo medievale istriano con l’annuale appuntamento organizzato dall’Università Popolare di Trieste, dall’Unione Italiana, dal Comune e dalla Comunità degli Italiani di Grisignana. De Piscopo sarà la “guest star” della Rodolfo Vitale Swing Orchestra, formazione di dieci elementi capitanata dal tenore. «Apriremo con lo swing internazionale – anticipa Vitale – di Sinatra, Luttazzi, Buscaglione e qualche brano originale. Quindi sarà la volta di Tullio che eseguirà i suoi più grandi successi e un omaggio a Piazzolla. La collaborazione nasce alla fine del 2012 al concerto “Around the world” di Cordenons. Proseguirà il 18 ottobre sempre presso il teatro Moro con il progetto “Senza confini” con la partecipazione della cantante slovena Tinkara. Siamo felicissimi di essere stati richiamati a Grisignana, che ci ha regalato una stupenda accoglienza». De Piscopo nasce praticamente con le bacchette in mano e nel corso della sua straordinaria carriera ha suonato con tutti i più grandi jazzisti: Chet Baker, Gato Barbieri, Billy Cobham, Wayne Shorter. Ricercatissimo dai maggiori cantanti italiani, ha fatto parte della storica band “Vaimo’” con Pino Daniele, Tony Esposito, Rino Zurzolo, James Senese e Joe Amoruso. Nell’88 la sua “Andamento lento” rimase in vetta alle classifiche per 7 mesi. «Sono onorato – spiega De Piscopo – di partecipare a questa manifestazione. Sarà uno spettacolo allegro contraddistinto da un grande feeling instauratosi tra tra me, Rodolfo e il fisarmonicista Tiziano Chiapelli». L’incontro con Piazzolla «mi ha lasciato tante cose belle, soprattutto il pathos nello scrivere la musica, quella musica che ti arriva nello stomaco». Di Libertango «ricordo che mi consegnò la parte di batteria: la scrutai ma non c’era scritto granché e lui mi disse di non aver mai usato la batteria nel tango, solo percussioni come guiro o cimbals. Gli dissi che non avrei saputo cosa suonare se non avessi sentito la melodia. Senza farselo ripetere, aprì quella scatola magica che conteneva il suo bandoneón. Azionando il mantice tracciava degli arcobaleni nell’aria e iniziò a suonare la melodia; gli chiesi di continuare, mi feci passare una cuffia e d’istinto suonai il ritmo che tutto il mondo conosce. Subito dopo registrammo con Gerry Mulligan al sax baritono il famoso “Summit”. Con Mulligan ho lavorato per diversi anni. Insieme abbiamo partecipato a eventi importanti. Suonammo al teatro di Barcellona e si aggregò all’organo Waldo de los Ríos che aveva fatto successo con l’arrangiamento della sinfonia n. 40 di Mozart. Durante le prove ci mettemmo a suonare a cappella senza stesura e venne fuori qualcosa di straordinario: peccato non avessimo avuto dei registratori». De Piscopo ha incrociato a più riprese l’attività jazzistica e di musica leggera con quella classica. «Il mio concetto di musica è musica totale: fare musica, anche la più semplice può diventare importante se fatta col cuore, penso ai successi e alle grandi tournée mondiali con Daniele nel corso di una collaborazione decennale, toccando Londra, New York, Umbria Jazz, Roma con “Sinfonico”, i successi di Pino in versione orchestrale. E non finisce qui, perché a fine dicembre riprenderemo lo show “Tutta n’ata storia” che tanto successo ha avuto l’anno scorso al palapartenope di Napoli con la band storica e ospiti come gli Osanna, Teresa De Sio, Eugenio Bennato, Lina Sastri, Jenny Sorrenti, Enzo Gragnaniello e tanti altri». Tra i suoi progetti: «In questi giorni esce “Bittersweet”, un cd con Buddy DeFranco, uno dei più grandi clarinettisti viventi. E poi ho un altro progetto per me ancora più importante: un libro nato dalla necessità di gridare al mondo l’amara esperienza di una malattia che ho superato con l’amore di Dio: in quel momento tutto mi parlava della Madre celeste di Medjugorje. Uscirà a febbraio o marzo 2014 e ci troverete tutta la vita dello scugnizzo, il guerriero napoletano”.
Gianfranco Terzoli