da “Panorama” n. 22
Spontaneità, semplicità, disinvoltura, sicurezza. Un’esecuzione piena di passionalità, travolgente, in alcuni frangenti addirittura tumultuosa. Il giovane pianista Alì Hirèche, nato a Parigi nel 1976 ma residente a Milano, è stato una rivelazione e quasi come un giocoliere delle note, ha fatto letteralmente esplodere lo strumento nel tripudio delle “Variazioni su un tema di Paganini” (I e II libro) di Brahms. Un’esecuzione, questa, che gli è valsa il successo all’ottava edizione del premio pianistico internazionale “Stefano Marizza”, promosso dall’Università Popolare di Trieste in collaborazione con la famiglia Marizza e il Conservatorio “Tartini” per onorare la memoria del giovane e validissimo collaboratore dell’Ente Morale, oltre che eccellente pianista, scomparso all’età di 27 anni. Il premio intende tramandarne la memoria permettendo a giovani tra i 16 e i 27 anni di età, e di tutti i paesi, di esprimersi con quel linguaggio universale che è la musica. Al concorso di quest’anno sono stati esaminati in totale undici giovanissimi musicisti, provenienti da Italia, Croazia, Slovenia, Lituania, Ungheria, Kazakistan e, per la prima volta, dalla Francia. Il secondo premio ex aequo è stato assegnato al nipponico Naru Wakamatsu, residente a Budapest, Lorenzo Cossi e Silvia Tessari.
In occasione della cerimonia di premiazione, Massimo Parovel e Dario de Rosa hanno rilevato la validità e l’aspetto sentimentale del premio.
Il vicepresidente dell’UPT, Dennis Visioli, ha ricordato invece la scelta fatta dalla famiglia del compianto Stefano Marizza, che nella dolorosa elaborazione del lutto ha saputo trovare nell’espressione delle note e del linguaggio musicale un parziale conforto: “Non potendo più sentire la sua voce, ascoltiamo la musica”.